Although I have been prevented by outward circumstances from observing a strictly vegetarian diet, I have long been an adherent to the cause in principle. Besides agreeing with the aims of vegetarianism for aesthetic and moral reasons, it is my view that a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind.[fonte 1] (p. 453)
Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.[fonte 2]
There are only two ways to live your life. One is as though nothing is a miracle. The other is as though everything is.[fonte 3]
Gilbert Fowler White citò questa frase senza tuttavia specificare l'occasione in cui Einstein l'avrebbe pronunciata.
Ci sono solo due modi di vivere la propria vita: uno come se niente fosse un miracolo; l'altro come se tutto fosse un miracolo.[fonte 4]
There are only two ways to live your life. One is as though nothing is a miracle. The other is as though everything is.[fonte 5]
Gilbert Fowler White citò questa frase senza tuttavia specificare l'occasione in cui Einstein l'avrebbe pronunciata.
Descrivere ogni cosa in modo scientifico sarebbe possibile, ma assurdo. Non avrebbe senso, sarebbe come descrivere una sinfonia di Beethoven in base alla variazione della pressione dell'onda.[1][fonte 6] Come si può mettere la Nona di Beethoven in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili. L'universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del mistero è un uomo mezzo morto.[fonte 7]
Non m'è riuscito di leggerlo: il cervello umano non è complesso fino a questo punto.[fonte 8]
Einstein avrebbe pronunciato questa frase restituendo a Thomas Mann un libro di Franz Kafka che gli era stato prestato. L'aneddoto venne riportato da Alfred Kazin.[fonte 8]
Quando un uomo siede due ore in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà che siano passate due ore. Questa è la relatività.
When you sit with a nice girl for two hours you think it's only a minute, but when you sit on a hot stove for a minute you think it's two hours. That's relativity.
L'aneddoto venne pubblicato per la prima volta sul New York Times nel marzo del 1929: Einstein in quell'occasione avrebbe detto alla sua segretaria di rispondere così agli intervistatori ansiosi di sapere cosa fosse la relatività. Da allora l'aneddoto è stato riproposto in diverse varianti. Tuttavia la fonte è indiretta, e data e occasione non sono note.[fonte 9]
Se non posso disegnarlo, non posso capirlo.
If I cannot picture it, I cannot understand it.[fonte 10]
La citazione venne attribuita ad Einstein da John Archibald Wheeler, ma non sono note le circostanze in cui lo scienziato avrebbe pronunciato tale frase.[fonte 11]
Two things are infinite, as far as we know – the universe and human stupidity. (1947)
Two things are infinite: the universe and human stupidity. (1969)
Two things are infinite, the universe and human stupidity, and I am not yet completely sure about the universe. (1969)
Lo psicoterapeuta Fritz Perls nel libro Ego, Hunger, and Aggression: a Revision of Freud's Theory and Method (1947) attribuì la prima versione della citazione in lingua inglese ad un "grande astronomo" non meglio precisato, scrivendo poi nella frase successiva del paragrafo «Einstein ha dimostrato che l'universo è limitato» («Einstein has proved that the universe is limited»). Nel libro Gestalt Therapy Verbatim (1969) lo stesso Perls attribuì una versione più breve della frase (la seconda riportata) ad Einstein: lo scienziato l'avrebbe pronunciata nel corso di una conversazione con lo stesso Perls. Infine nel libro In and Out the Garbage Pail (1969), Perls attribuì ad Einstein la terza versione della citazione (quella più spesso citata anche in lingua italiana).[fonte 13]
La frase è impropriamente ricavata da una citazione tratta da Cosmic Religion, with Other Opinions and Aphorisms (Covici-Friede, New York, 1931, p. 107): «Reduced to a formula, one might say simply that an empty stomach is not a good political adviser. Unfortunately, the corollary also is true—namely, that better political insight has a hard time winning its way as long as there is little prospect of filling the stomach.» («Riducendo il tutto a una formula, si potrebbe dire semplicemente che uno stomaco vuoto non è un buon consigliere politico. Sfortunatamente la logica conseguenza è anch'essa vera e cioè che finché c'è la minima possibilità di riempire lo stomaco, un miglior approccio politico difficilmente avrebbe la meglio»).[fonte 15]
Niente aumenterà le possibilità di sopravvivenza della vita sulla Terra quanto l'evoluzione verso un'alimentazione vegetariana.[fonte 16]
Nel libro Verso la scelta vegetariana, Veronesi scrive che Einstein «si riporta abbia dichiarato» questa frase. Secondo la IVU (International Vegetarian Union), la frase inglese «Nothing will [...] increase chances for survival of life on Earth as much as the evolution to a vegetarian diet» risulta «completamente non verificata» e «sembra una cattiva traduzione dal tedesco» della frase di Einstein correttamente tradotta in inglese come «a vegetarian manner of living by its purely physical effect on the human temperament would most beneficially influence the lot of mankind» (da una lettera del 27 dicembre 1930 a Hermann Huth, editore della rivista Vegetarische Warte, che avrebbe pubblicato la frase originale; fonte a volte erroneamente indicata come Vegetarian Watch-Tower). La citazione corretta è riportata qui.[fonte 17]
Quando la rivoluzione scoppiò in Germania, come amante della libertà, mi aspettavo che le università la difendessero, dato che avevano sempre vantato il loro attaccamento alla causa della verità. Ma no, le università vennero subito ridotte al silenzio. Poi rivolsi le mie attese ai grandi direttori dei giornali, che in passato avevano proclamato nei loro ardenti editoriali l'amore per la libertà. Ma anch'essi, come le università, nel giro di poche settimane furono ridotti al silenzio. Infine guardai agli scrittori che, come guide intellettuali della Germania, spesso avevano scritto del ruolo della libertà nella vita moderna e constatai che essi pure tacevano. Soltanto la Chiesa si oppose decisamente alla campagna di Hitler per sopprimere la verità. Non mi ero mai interessato alla Chiesa prima di allora, ma adesso provo ammirazione e stima per la Chiesa, poiché sola ebbe il coraggio e la perseveranza di difendere la verità intellettuale e la libertà morale. Sono costretto ad ammettere che quel che una volta disprezzavo ora ammiro incondizionatamente.[fonte 18]
Being a lover of freedom, when the revolution came in Germany, I looked to the universities to defend it, knowing that they had always boasted of their devotion to the cause of truth; but, no, the universities immediately were silenced. Then I looked to the great editors of the newspapers whose flaming editorials in days gone by had proclaimed their love of freedom; but they, like the universities, were silenced in a few short weeks. [...] Only the Church stood squarely across the path of Hitler's campaign for suppressing truth. I never had any special interest in the Church before, but now I feel a great affection and admiration because the Church alone has had the courage and persistence to stand for intellectual truth and moral freedom. I am forced thus to confess that what I once despised I now praise unreservedly.
Questa dichiarazione venne riportata nell'articolo Religion: German Martyrs, pubblicato sul Time Magazine del 23 dicembre 1940.[fonte 19] La citazione ebbe una grande diffusione e più scrittori la interpretarono in modo diverso. In una lettera dello scienziato del 1943 indirizzata a un ministro presbiteriano, che aveva chiesto una conferma in merito alle parole riportate da Time Magazine, Einstein confermò di aver dichiarato approssimativamente qualcosa del genere, ma precisò che le dichiarazioni risalivano ai primi anni del regime nazista (ben prima del 1940) e erano state più «moderate» rispetto a quelle riportate successivamente dal Time Magazine («It is true that I made a statement which corresponds approximately with the text you quoted. I made this statement during the first years of the Nazi-Regime — much earlier than 1940 — and my expressions were a little more moderate.»).[fonte 20] Secondo lo scienziato William C. Waterhouse lo stralcio riportato dal Time Magazine sarebbe stato estrapolato da un commento casuale rilasciato dallo scienziato ad un giornalista, durante il periodo in cui Einstein viveva ancora in Germania. L'opinione di Waterhouse trova conferma in una lettera successiva dello scienziato, risalente al 14 novembre 1950. Si tratta di una lettera di risposta ad una missiva invitagli da un pastore di una chiesa di Brooklyn, l'11 novembre 1950. Nella lettera il pastore ricordò che dopo l'avvento di Hitler, Einstein aveva rilasciato tale dichiarazione (una copia venne allegata alla lettera) e chiese gentilmente ad Einstein di inviargli una copia manoscritta di quel brano. Einstein rispose così: «Sono colpito dal tono generoso e leale della Sua lettera dell'11 novembre. Sono tuttavia un po' imbarazzato. Le parole che Lei cita non sono mie. Poco dopo l'ascesa al potere da parte di Hitler, ebbi un colloquio con un giornalista su questi argomenti. Da allora le mie osservazioni sono state rielaborate ed esagerate: non le riconosco più. Non posso trascrivere in buona fede il brano che Lei mi manda, credendolo mio. L'argomento è ancora più imbarazzante per me perché, come Lei, sono estremamente critico nei confronti degli atteggiamenti e soprattutto delle attività politiche del clero ufficiale nel corso della storia. Quindi il brano, anche se potessi trascriverlo con le mie parole originali (che non ricordo particolareggiatamente) dà un'impressione sbagliata del mio pensiero a riguardo.»[fonte 21][fonte 18]
International law exists only in textbooks on international law.
La citazione, spesso attribuita ad Einstein, venne pronunciata in realtà da Ashley Montagu mentre intervistava lo scienziato.[fonte 26]
L'istruzione è ciò che rimane dopo che si è dimenticato tutto ciò che si era imparato a scuola.[fonte 22]
Sebbene la citazione venga talvolta attribuita allo scienziato, Einstein nel suo saggio Sull'istruzione riporta la citazione attribuendola apertamente ad un anonimo, una persona «arguta» non meglio precisata.[fonte 27]
La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre.[fonte 28]
La paternità di questa citazione è incerta: alcune fonti la attribuiscono a Thomas Dewar, altre a James Dewar. Probabilmente l'ambiguità nasce dal fatto che i due hanno lo stesso cognome e sono vissuti in un periodo storico molto simile. La citazione è stata erroneamente attribuita anche ad Einstein e a Frank Zappa, che appartengono ad un periodo storico successivo e hanno, con tutta probabilità, solamente citato la frase.
Le prime attribuzioni note di questa citazione ad Albert Einstein risalgono al 2000, molti anni dopo la sua morte, e non vi è alcuna evidenza che la citazione sia stata ideata da lui.[fonte 30]
Non tutto quel che conta può essere contato e non tutto quello che può essere contato conta.
Not everything that counts can be counted, and not everything that can be counted counts.
La citazione, spesso attribuita ad Einstein, appare per la prima volta nel testo di William Bruce Cameron del 1963, Informal Sociology: A Casual Introduction to Sociological Thinking. Anche se probabilmente una delle due parti della citazione esisteva già in qualche forma differente, Cameron è stato il primo a mettere insieme le due frasi e sembra aver coniato almeno una delle due. Il primo riferimento ad Einstein risale invece al 1986, più di trent'anni dopo la morte dello scienziato, nel libro di business, Peak Performance. In tale libro si affermava che Einstein avesse scritto tale citazione sulla lavagna del suo ufficio all'Institute for Advanced Studies di Princeton. Nello stesso libro, del resto, la citazione veniva attribuita a George Pickering.[fonte 31]
La citazione, attribuita talvolta anche a Omar Bradley, apparve per la prima volta nel settembre del 1946 in un articolo di Walter Winchell. In tale articolo venivano riportate le parole di un tenente, che interrogato sulle possibili armi di una futura guerra mondiale, rispose: «I dunno, but in the war after the next war, sure as Hell, they'll be using spears!» («Non lo so, ma nella guerra dopo la prossima, sicuro come l'inferno, useranno le lance!»). La frase venne citata in diversi contesti, talvolta con qualche variazione, soprattutto in merito al tipo di arma utilizzata in un'ipotetica quarta guerra mondiale. Ad esempio Dean Arthur L. Beeley, direttore dell'University of Utah's Institute of World Affairs, nel giugno 1947 affermò che probabilmente una quarta guerra mondiale si sarebbe combattuta con «archi e frecce» («Unless the free people of the earth unite to avert World War III, it is probable — as some sage recently prophesied — that World War IV will be fought with bows and arrows.»). Nel giugno del 1948, due anni dopo la prima apparizione della citazione, in un articolo su Einstein pubblicato su The Rotarian si affermava che lo scienziato, interrogato sulle armi potenzialmente utilizzabili nella Terza guerra mondiale, avesse risposto: «I don't know. But I can tell you what they'll use in the fourth. They'll use rocks!» («Non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta. Useranno le pietre!»). Anche nell'articolo Einstein at 70, pubblicato sul periodico Liberal Judaism nel'aprile 1949 venne attribuita ad Einstein una citazione molto simile a quella riportata su The Rotarian.[fonte 33]
Qualsiasi uomo che guida in maniera sicura mentre bacia una bella ragazza è un uomo che non sta dando al bacio l'attenzione che merita.[fonte 34]
Any man who can drive safely while kissing a pretty girl is simply not giving the kiss the attention it deserves.[4]
La citazione venne attribuita per la prima volta ad Einstein nel 2002 nel libro More Sex Talk, quasi cinquant'anni dopo la morte dello scienziato, si può quindi affermare con ragionevole certezza che tale attribuzione è erronea. La citazione era apparsa per la prima volta nel 1923 in un articolo di un giornale statunitense.[fonte 35]
Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita.[5]
If the bee disappears from the surface of the earth, man would have no more than four years to live.
Non esiste una fonte originale per questa citazione attribuita a Einstein, essa non viene menzionata in nessun documento prima del 1994. In quell'anno, la frase venne citata per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall'Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d'importazione. È quindi probabile che sia stata creata ad hoc per avvalorare la protesta.[fonte 36]
La prima attribuzione nota allo scienziato risale al 1997, diversi decenni dopo la sua morte. La citazione appartiene in realtà a Miguel de Unamuno ed è tratta dal suo libro Vida de Don Quijote y Sancho (1905): «Soltanto chi mette a prova l'assurdo è capace di conquistar l'impossibile.» La citazione viene spesso attribuita erroneamente anche a Maurits Cornelis Escher.[fonte 38]
Temo il giorno in cui la tecnologia andrà oltre la nostra umanità: il mondo sarà popolato allora da una generazione di idioti.[fonte 39][fonte 40][fonte 41]
I fear the day that technology will surpass our human interaction. The world will have a generation of idiots.
I fear the day when the technology overlaps with our humanity. The world will only have a generation of idiots.
La frase sul web viene spesso citata e attribuita ad Einstein sia in lingua italiana che in lingua inglese (nelle due versioni riportate), soprattutto in relazione al crescente utilizzo dei cellulari e degli smartphone e al loro impatto sulle relazioni sociali. In realtà la frase non appare in nessuno scritto di Einstein, né tanto meno nella raccolta The Ultimate Quotable Einstein (Pensieri di un uomo curioso). Inoltre non vi è alcuna evidenza che Einstein abbia mai fatto una dichiarazione del genere. La frase è stata probabilmente creata ad hoc e risale probabilmente al 2012.[fonte 42]
La citazione attribuita in diverse forme ad Einstein e, più in generale, la credenza sullo sfruttamento del 10% del cervello sono molto diffuse, ma entrambe false. Per approfondire vedi qui.[fonte 24]
↑ abQueste citazioni sono incluse nella sezione "Attribuiti a Einstein" del libro Pensieri di un uomo curioso. La stessa curatrice del libro, Alice Calaprice, in Introduzione e ringraziamenti scrive: «Di alcune citazioni non sono riuscita a rintracciare la fonte sebbene io stessa, o le persone che si sono rivolte a me per saperne di più, abbiamo letto o sentito dire che erano di Einstein. Le ho raccolte alla fine del volume sotto il titolo di Attribuiti a Einstein; spero che i lettori mi sappiano indirizzare ai documenti giusti.»
↑Queste citazioni sono incluse nella sezione "Attribuited to Einstein" del libro The Ultimate Quotable Einstein, ultima edizione del libro noto in Italia come Pensieri di un uomo curioso.
↑Template:En 27 dicembre 1930, Archivio Einstein 46-756; 2011.
↑Citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c'è in te.
↑Template:En Citato da Gilbert Fowler White in Journal of France and Germany (1942–1944); citato in Robert E. Hinshaw, Living with Nature's Extremes: The Life of Gilbert Fowler White, Big Earth Publishing, 2006, p. 62. ISBN 1555663885
↑Citato in Michael J. Gelb, Il Genio che c'è in te.
↑Template:En Citato da Gilbert Fowler White in Journal of France and Germany (1942–1944); citato in Robert E. Hinshaw, Living with Nature's Extremes: The Life of Gilbert Fowler White, Big Earth Publishing, 2006, p. 62. ISBN 1555663885
↑Citato in Max Born, Physik im Wandel Meiner Zeit, Vieweg, Braunschweig, Germania, 1966; citato in Pensieri di un uomo curioso, p. 170.
↑Citato in Umberto Veronesi, Perché dobbiamo essere vegetariani, in Umberto Veronesi e Mario Pappagallo, Verso la scelta vegetariana: il tumore si previene anche a tavola, Giunti Editore, 2011, p. 8. ISBN 978-88-09-76687-7
↑Template:CfrTemplate:En Montagu, Conversations with Einstein, Science Digest, luglio 1985; Template:En Denis Brian, The Voice of Genius: Conversations with Nobel Scientists and Other Luminaries, Basic Books, 2008, p. 346 e The Ultimate Quotable Einstein, p. 473
↑Template:CfrIl mondo come io lo vedo, p. 37 e The Ultimate Quotable Einstein, p. 473.
↑Citato in Focus Storia, n. 63, gennaio 2012, p. 77.
↑Citato in Elena Puntaroli, Spirale delle emozioni (La): Espandi e colora con gioia la tua vita, Anima Srl, 2014, p. 95. ISBN 8863652422